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L’ultimo Digital Music Report dell’IFPI, offre un’eccellente panoramica su quanto l’industria musicale stia investendo per adattarsi al mondo digitale. Un mondo che ha messo a disposizione nuovi canali di accesso alla cultura e sta facendo proprie trasformazioni tecnologiche che impongono una gestione del copyright attenta e consapevole.
Oggi, sulle maggiori piattaforme, sono oramai disponibili 37 milioni di canzoni ovvero una fonte di arricchimento culturale, fino a pochi anni fa, inimmaginabile che sta creando infinite possibilità ai giovani artisti che hanno deciso di muovere i primi passi nel mercato discografico, tenuto conto che l’industria discografica non sempre si trova nella condizione di investire negli artisti.
Secondo Frances Moore, AMMINISTRATORE DELEGATO IFPI, “il report annuale fotografa un’industria musicale mondiale dinamica, ottimista e in rapida trasformazione. Il fatturato della musica registrata è tornato a crescere nella maggior parte dei mercati più importanti. Lo streaming e i servizi in abbonamento prosperano ovunque. E la musica digitale sta entrando in una nuova fase chiaramente identificabile in cui le case discografiche, dopo avere autorizzato il lancio di servizi legali in tutto il mondo, cominciano a sfruttare l’enorme potenziale dei mercati emergenti.
Il 2013 ha portato alla nostra industria molte buone notizie, e qualcuna meno buona. Il mercato musicale statunitense ha continuato a stabilizzarsi, registrando un lieve incremento in termini di valore grazie anche alla crescente domanda che i consumatori indirizzano verso i servizi di streaming. L’Europa è tornata a crescere dopo 13 anni, e i suoi cinque mercati principali hanno visto aumentare il giro d’affari. Il crollo di fatturato registrato in Giappone, il secondo mercato musicale al mondo, ha tuttavia inciso in modo considerevole su quello che altrimenti resta nel complesso un quadro ampiamente positivo.
Nuovi servizi con grandi ambizioni globali come Beats e iTunes Radio sono in fase di lancio, e c’è da augurarsi che si diffondano presto in tutto il mondo. Nel frattempo, le piattaforme internazionali preesistenti come Deezer, Google Play, iTunes, Spotify e YouTube producono reddito in molti nuovi mercati a seguito della loro espansione globale. La concorrenza è accesa e le possibilità di scelta del consumatore si ampliano continuamente, innescando dinamiche molto positive per lo sviluppo dello scenario della musica digitale.
È ormai evidente che lo streaming musicale e la subscription rappresentino un modello di fruizione consolidato nel nostro business. Nel 2011 gli abbonati paganti a tali servizi erano otto milioni e oggi sono 28 milioni: gli stream a pagamento o finanziati dalla pubblicità sono in crescita nella maggior parte dei mercati e contribuiscono ad aumentare gli introiti digitali complessivi di case discografiche e artisti.
L’industria musicale, di conseguenza, è diventata un’economia mista in cui trovano spazio diversi canali di consumo e fonti di guadagno: la trasformazione è stata stupefacente, e ha amplificato in maniera esponenziale i modi che gli artisti hanno a disposizione per raggiungere i loro fan in tutto il pianeta. Proprio per riflettere questo mutamento, IFPI ha lanciato la sua Global Recording Artists Chart, una classifica che mette in luce i risultati ottenuti in termini di vendite di supporti fisici, download e streaming. La chart, inaugurata nel 2014, è un nuovo strumento di misurazione del successo che riflette la popolarità degli artisti nei vari canali che i consumatori impiegano oggi per ascoltare la musica: congratulazioni agli One Direction per essere il primo gruppo a capeggiare questa inedita graduatoria.
Tutte le positive evoluzioni del mercato che ho appena citato confermano ed estendono, in qualche modo, i risultati che l’industria aveva conseguito in questi ultimi anni nei suoi mercati di riferimento. Ma questo report va oltre: dimostra anche come la musica digitale, su scala mondiale, stia passando alla fase successiva. I mercati emergenti hanno un enorme potenziale che, proprio grazie al digitale , il music business si sta sforzando di liberare: la maggior parte di quei territori vede schizzare in alto il tasso di penetrazione di internet e della mobile music mentre cresce continuamente la domanda di dispositivi portatili. La bella notizia è che, a fronte di questa richiesta, sono disponibili una gran quantità di servizi musicali legali; in quei Paesi, e in particolare in quelli che scontano condizioni di sottosviluppo sotto il profilo dei sistemi di pagamento e dell’uso delle carte di credito, è anche necessario adottare un nuovo modo di pensare per quanto riguarda il mondo digitale.
Siamo solo agli inizi, ma in questo report potete leggere dei primi segnali di progresso. In Cina, ad esempio, stiamo autorizzando il lancio di servizi legali che attirano grandi masse di consumatori verso il mercato digitale. Le case discografiche stanno intensificando l’attività in Africa, approfittando del fatto che la tecnologia offre un’opportunità di raggiungere per la prima volta un
grande numero di utenti. E in America Latina le etichette stanno collaborando a offerte innovative che includono ad esempio contratti con tariffe prepagate e pacchetti speciali di abbonamento giornaliero mirati a raggiungere il più ampio pubblico possibile.
Nessuna di queste entusiasmanti evoluzioni può tuttavia nascondere il fatto che nella maggior parte dei Paesi emergenti sussiste ancora un grosso ostacolo allo sviluppo del mercato, rappresentato dalla dilagante pirateria digitale. La lotta all’illegalità rimane una priorità essenziale dell’IFPI e delle sue organizzazioni nazionali in tutto il mondo: il nostro obiettivo di creare un mercato equilibrato sul piano concorrenziale grazie al sostegno di norme rigorose e di meccanismi efficaci di applicazione della legge resta immutato.
Questo report mostra un’industria dinamica e in movimento. La maggior parte dei nostri mercati tradizionali principali si è stabilizzata, e ora la sfida consiste nel mettere a frutto le enormi risorse virtuali dei mercati emergenti e nel raggiungere una crescita globale sostenibile da un anno all’altro. Mentre la rivoluzione dell’intrattenimento digitale passa alla fase successiva, il music business continua a indicare la strada alle altre industrie creative.“
Nel 2013 i ricavi digitali complessivi del settore sono cresciuti del 4,3 per cento a un valore di 5,9 miliardi di dollari Usa. I servizi in abbonamento hanno registrato un incremento vertiginoso tanto in
termini di fatturato che di numero di utenti, le piattaforme finanziate dalla pubblicità hanno continuato a crescere in valore mentre nella maggior parte dei mercati il giro d’affari prodotto dalle vendite di download si è mantenuto stabile. Complessivamente, il digitale rappresenta oggi il 39 per cento del fatturato mondiale totale dell’industria e in tre dei dieci maggiori mercati del mondo i canali digitali assorbono già la fetta maggiore degli introiti.
In generale, il fatturato della musica registrata è cresciuto in Europa e in America Latina mentre ha continuato a stabilizzarsi negli Stati Uniti, dove l’incremento in valore è stato dello 0,8 per cento (Negli Stati Uniti il fatturato discografico viene espresso in termini di valore al dettaglio, mentre le cifre mondiali dell’IFPI vengono espresse in termini di valore all’ingrosso, quindi, se si considera il valore al dettaglio, i ricavi negli Stati Uniti sono calati dello 0,5 %).
Su scala globale, tuttavia, le vendite di musica sono state pesantemente influenzate dal tonfo secco, – 16,7 per cento, registrato in Giappone, il secondo mercato al mondo. Escludendo dai conteggi il dato
giapponese, i ricavi musicali mondiali segnano una flessione dello 0,1 %; includendolo, mostrano un calo del 3,9 per cento per un valore stimato totale di 15 miliardi di dollari Usa.
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Tag:Deezer, Frances Moore, Google Play, itunes, Report Annuale IFPI, Spotify, youtube
Permalink # gioeco said
DIGITAL MUSIC REPORT IFPI 2014: fatturato in crescita per 37 milioni di files http://t.co/DEmTnHbf5i http://t.co/c7E655BUNM