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Il Tenore Luca Lupoli Giovedì 2 aprile 2020 alle ore 21:30 terrà un Concerto in live streaming per il progetto #DALPALCODICASAMIA. L’occasione per ascoltare un repertorio operistico e non solo di tutto rispetto. Una partecipzione che ci sembra, fin da subito, carica di sentimenti e di Musica con la M maiuscola.
E’ stato deciso, allora,  di  intervistarlo   per approfondire  approfondire meglio la sua conoscenza. L’intervista è a cura di Giovanni Pirri.

Quando si trova a parlare di musica c’è un tema che le è più caro di altri ?

Parlando di musica si parla di vita, perché quest’arte è una dimensione di vita per me, quindi il tema che mi viene in mente é la vita: nel senso che la musica è creatività, libertà, investe tutta la dimensione dell’essere e soprattutto diventa uno strumento di comunicazione, di espressione di dialogo con se stessi, con l’altro e con l’infinito…

Qual è il sentimento che più la sprona in questo mestiere ?

Ma credo l’amore, perché la musica ed il canto, nel mio caso, si fa con amore e per amore,” amore e musica sono tutto,tranne il non essere ” ( Helene Grimaud), quindi l’amore è la vita (é l’essere) se dovessimo usare un sillogismo, poi soprattutto perché si fa con dedizione come deve essere nell’amore … darsi totalmente a lei …

La Passione per l’opera lirica ha radici profonde . Ci sono stati momenti più determinanti di altri ?

L’opera lirica è una magia, nasce da un’invenzione dello spirito del compositore, degli autori direi, perché dobbiamo distinguere in questa forma d’arte un prodotto di due anime : il compositore per la Musica ed il librettista per il testo, le parole: la mia passione per l’opera lirica nasce proprio da questa duplice ammirazione per questi due generi Musica e poesia, Musica e letteratura fuse in una indissolubile. Quindi nella mia formazione i momenti determinanti sono stati lo studio e la passione per entrambi queste discipline che mi hanno portato al conseguìmento di una Laurea in Lettere oltreché a quella in Discipline musicali, quindi delle esperienze molto connesse.

Nella sua attività di tenore, credo che l’approfondimento culturale da legare all’interpretazione sia atto d’obbligo. In questo approccio di conoscenza ha un peso anche l’approccio psicologico ai personaggi? …e riguardo all’interpretazione semantica dei testi ?

Quando affronto lo studio di un’opera lirica e quindi di un ruolo è fondamentale, oltre all’aspetto tecnico e musicale, quello dell’interpretazione che comprende sia lo scandaglio psicologico che quello del testo, bisogna cioè entrare nella profonda intimità del personaggio, capirne il senso, il carattere, il linguaggio quasi come se ce ne dovessimo appropriare e farlo nostro, cioè essere capaci di diventare l’altro, assumere quella individualità ed assumerne sentimenti, emozioni, intenzioni per esprimerle al meglio sulla scena ed in una parola ” viverlo ” !
In questo lavoro Interpretativo oltre alla musica che rappresenta la dimensione spirituale del personaggio una grande importanza riveste il testo, il libretto, in gergo, la parola che materializza la dimensione spirituale della musica, la rende comunicante…

Che tempi sono per l’opera del post-novecento?  Esiste un problema generazionale?

L’opera lirica oggi potrebbe essere considerata un tabù, un qualcosa riservata solo ai pochi eletti, addetti ai lavori, perché di non facile comprensione, fruizione, una sorta di cimelio che appartiene all’antichità e che nulla possa o non abbia da dire alle giovani generazioni perché soppiantata dagli altri generi di musica pop, rock, metal ecc.. più vicina a loro.
Secondo me è un problema educativo: la scuola dovrebbe recuperare, come devo dire in verità già sta facendo con dei bravi docenti ed indirizzi scolastici che hanno inserito l’insegnamento dello strumento musicale, un ruolo importante e già dalla scuola dell’ infanzia educare i bambini alla musica, al canto perché ha un potenziale educativo enorme la musica, trasmette valori quali la relazionalità, la condivisione, la libertà di espressione , il dialogo…

Ogni generazione tende a giudicare quella successiva ponendo l’accento sulla perdita di valori,l’idea però è che al di là delle incomprensioni generazionali alla Musica con la maiuscola spetti un ruolo fondamentale in grado di ricucire le fratture perché conserva le radici alle quali anche i giovani, crescendo, prima o poi tendono …Cosa ne pensa ?

Come accennavo prima la musica ha un potenziale educativo enorme : essa nasce dal profondo intimo di noi stessi, è una parte della nostra natura ed è connaturata all’uomo fin dalla sua esistenza e nascita perché è un’essenza dell’universo che tutti abbiamo dentro, per cui è un minimo comune denominatore che poi con la crescita riscopriamo e tiriamo fuori, per questo accomuna tutto e tutti senza differenze di età, tempo, sesso, perché parla o esprime un linguaggio universale che è quello dell’universo che maieutucamente viene fuori se correttamente sollecitata …

Leggevo della sua passione per il Melodramma di Pietro Metastasio che è stato oggetto della sua tesi di Laurea …Un Universo sempre in espansione, sempre attuale?

Si effettivamente scelsi il Melodramma di Pietro Metastasio come tema della mia tesi perché questo autore ha avuto una capitale importanza nella nascita del Melodramma moderno, per merito della sua” riforma” che nel ‘700 seppe saggiamente restituire il primato al Testo, alla parola in quello che era l’opera barocca che era stata sempre più sottomessa ai capricci ed agli artifici dei virtuosi cantori che per emergere trascuravano e facevano prevalere le fioriture e i virtuosismi del canto sul valore della parola facendo perdere compattezza all’intreccio drammatico dell’opera. Il Metastasio ( Pietro Trapassi) seppe invece introdurre la lezione del teatro tragico greco e comporre dei veri drammi con unità di spazio, tempo e luogo di aristotelica memoria dai quali i musicisti traevano ispirazione per comporre la musica, quindi la font e del dramma moderno, dell’opera lirica di Verdi, Pucccini, Mascagni con una vicenda ben definita e personaggi psicologicamente delineati con le loro passioni, emozioni, sentimenti…

Nella scelta del suo repertorio musicale c’è una ricerca musicale, di ricerca personale, che la contraddistingue?

La scelta del repertorio musicale è come dire sempre un laboratorio aperto ad una ricerca e sperimentazione continua, non c’è nessuna ricetta precostituita, nel senso che è un arricchimento continuo cimentarsi in più generi musicali perché con il confronto si cresce e si accresce il proprio bagaglio culturale, quindi, cerco di spaziare dalla musica da camera con le Arie del ‘700, alla romanza da Salotto dell’800, l’opera buffa di Rossini, oppure il Melodramma Romantico di Verdi, la modernita’ di Puccini il verismo di Mascagni, la brio dell’Operetta e poi la grande tradizione della canzone classica napoletana che è nel mio DNA.

Da artista stabile del Teatro San Carlo di Napoli ci può guidare all’interno di una serie di aneddoti e di atmosfere che per lei rappresentano un momento unico?

Il Teatro San Carlo e’ sempre un luogo magico, immenso nella sua storicità e nella sua architettura, io lo vivo da artista, ma é bello ed emozionante viverlo da spettatore, da visitatore soprattutto nei momenti liberi dalle prove è bello essere seduti in platea, ed abbandonarsi con gli occhi ad ammirare tutti gli stucchi, la volta affrescata , il palco reale, il palcoscenico, il sipario una sensazione di grande appagamento, un’esperienza da vivere…

La Musica e più in generale la Cultura ai tempi del Covid -19 ci salveranno ? Anche se il settore della Cultura è quello più colpito, al limite del baratro

Certo l’emergenza che stiamo vivendo avrà una svolta epocale e certamente determinerà una crisi nel settore dello spettacolo dal vivo e della Cultura in generale perché non sono ritenuti dalla politica economica un” settore necessario” , più facilmente soggetto a tagli di quanto lo fosse precedentemente: mai più grande errore di valutazione dovrebbe essere fatto da un Governo, soprattutto qui in Italia in cui la Cultura è stata e può essere un volano di sviluppo e non vale neanche la massima che con la cultura non si mangia, perché essa è un attrattore internazionale di grande importanza ed al quale sono collegate tante attività e strutture del terzo settore, questo da un punto di vista strettamente materialistico, poi vi è l’aspetto morale e spirituale che ritengo fondamentale : la cultura è l’identità di un popolo, la sua storia, le sue radici e deve essere tutelata perché rappresenta la sua coscienza critica e la sua espressione di libertà.

Abbiamo letto della sua ultima iniziativa benefica dedicata alla raccolta di Fondi per due Ospedali napoletani. Come è nata l’iniziativa è chi si é unito insieme a lei sposando questa iniziativa?

L’iniziativa è stata dettata dal desiderio e dal dovere di ringraziare gli operatori sanitari in generale ed in particolare degli Ospedali Cotugno e Pascale di Napoli per il loro operato di salvare da un lato le vite umane con le cure e dall’altro per la ricerca e la sperimentazione di un vaccino antivirus: abbiamo allora adottato come Associazione Culturale Noi per Napoli la raccolta di fondi lanciata dal Dott Paolo Ascierto dell’istituto Pascal di Napoli e l’abbiamo promossa e sensibilizzata attraverso il canto del brano ” Vincero'” tratto dalla Romanza Nessun dorma della Turandot di Puccini, con un video sul web e sui social, eseguito dal sottoscritto e dagli altri artisti il soprano Olga De Maio ed il tenore Lucio Lupoli, con L’AUGURIO appunto che il covid- 19 possa essere vinto dalla strenua lotta di tutto il personale medico e dai cittadini che in questi giorni stanno diligentemente osservando le direttive anticontagio governative !

E… l’intervista è spesso a senso unico ..a domanda risposta senza lasciare spazio a messaggi lanciati in libertà. C’è un messaggio che le preme far arrivare e che fa parte del suo modo di essere Artista?

Sono convinto che l’essere Artista debba incidere nella società attraverso la sua opera : che possa essere di denuncia, di sensibilizzazione, di formazione , educazione…
Deve parlare alle coscienze ognuno con il proprio linguaggio (musica, poesia, pittura, danza, canto, ecc…) e mai come in questo caso di emergenza deve lanciare un messaggio di fiducia, speranza, ottimismo, di rigenerazione morale e spirituale e far comprendere che solo l’arte rappresenta la possibilità di superare i particolarismi, le divisioni, le prevaricazioni, lo sfruttamento, le disuguaglianze sociali, le discriminazioni di ogni tipo e tutto ciò che porta alla distruzione dell’essere umano in virtù del fatto che essa esprime la nostra matrice comune, e ci riporta alle radici di appartenenza a ciò che vi è di più insondabile dell’universo.

di Giovanni Pirri

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