aprile 23, 2020 Le Interviste di Allinfo.it | Intervista con Salvatore Chiolo
Salvatore Chiolo è un padre speciale. In tutti i sensi. Infatti non è solo il Padre spirituale di una intera comunità ma è anche un sacerdote che fa musica proponendo un repertorio decisamente rock-beatlesiano. Lo abbiamo intervistato per voi.
Salvatore, come è nata la tua vocazione?
La mia vocazione è nata in seno alla mia famiglia e mentre amavo musica e sport allo stesso tempo. Avevo 13 anni quando sentii la voce di Dio che m’interrogava sul mio futuro e sul perchè non mettermi a disposizione sua per aiutare la Chiesa a non fermarsi, dato che in quei mesi era morto un sacerdote a me molto caro.
E’ nato prima il sacerdote che c’è in te op la passione per la musica?
Prima di tutto, dentro me ho coltivato la “passione” per la vita e per tutto ciò che rende espressivo il vivere: lo sport, la musica, l’arte in generale. Ritengo di essere un appassionato anche nel mio essere sacerdote: perchè mi rendo conto che senza non riuscirei ad essere me stesso e a vivere normalmente.
La tua passione per i Beatles è nota: cos’è che ti ha folgorato più di ogni altra cosa della loro musica?
I Fab Four hanno avuto un’influenza determinante nel mio modo di essere “appassionato” della vita. Il loro interpretare le canzoni, cioè le proprie storie personali mi ha sempre lasciato un retrogusto esistenziale di delicatezza, profondità ed intensità proprio di chi si lascia attraversare dalla vita senza opporre resistenza.
Hai temuto in principio il giudizio sulla tua scelta di vivere la musica mettendoci la faccia?
Non ho mai temuto il giudizio degli altri, ma ho sempre cercato di rendermi utile per mettere tutti a proprio agio durante il mio servizio (artistico o clericale).
Parli spesso in tv e nelle tue interviste di Musica con la M maiuscola. Qual è la formula che per te rende maiuscola quella M?
L’amicizia. La Musica ha un’anima, un’intelligenza e un modo di amare che la rendono una persona a tutti gli effetti. Esserle amico è il massimo che possa accadere ad una persona: e a me è successo.
Il tuo ultimo progetto si intitola 1.0 Ricominciare. Perchè “1.0” ? E “Ricominciare” da cosa?
“1.0” è conseguente ad una numerazione che parte da 0.1 e va fino a 0.7; perchè la canzone per essere tale deve percorrere una scala di 7 gradini e solo quando è alla fine, allora, può “ricominciare” a salire. Dunque, 1.0 sta per 0.8, ma in effetti l’ottavo gradino è quello che si congiunge con l’infinito, così come l’ottavo giorno della settimana cristiana è il giorno “primo ed ultimo”; per cui, a me è sembrato opportuno dopo il 7° gradino, ripartire da capo. “Ricominciare” dallo zero: lo zero è necessario. Non esiste una cifra alternativa allo zero e nessuno gradino può fare a meno di essere numerato attraverso di esso (0.1; 0.2; 0.3; etc…). La canzone viene fuori dallo zero come risorsa, come valore; così come l’esistenza di una persona ha senso quando fa proprio, incorpora fino in fondo ognuno degli zero che gli appartengono.
Sul tuo canale YouTube c’è spazio sia per la Musica che per l’incontro con la Parola di Dio. La musica un’opportunità per comunicare meglio con Dio?
Quel canale è molto importante per riuscire a veicolare nell’immediato tutti i messaggi di cui la gente può aver bisogno per trovare un senso a questi giorni di grande “solitudine” e non-senso. Comunicare con Dio è comunicare con la Musica, ma spesso il linguaggio di Dio e il linguaggio dell’uomo non vanno d’accordo, fanno rumore. Allora la Musica “accorda” i pensieri e prova a rendere il dialogo un evento, una storia, una canzone.
Come stai affrontando insieme alla tua Comunità questo periodo di pandemia?
In ricerca: ricerca dei propri spazi personali; ricerca che faccia crescere il sapere su Dio, attraverso la Parola; ricerca di strategie sempre più umane, sensate ed ispirate in gradi di parlare di Dio agli altri, soprattutto ai giovani.
Progetti in corso e futuri?
Battere sul concetto di “Musica” con la M maiuscola, attraverso il dialogo, il confronto dal basso: incontri con persone che hanno ricominciato da zero, soprattutto. Questo è quanto è necessario fare per continuare a “ricominciare” per fare andare avanti la Chiesa, le comunità e la società tutta.
di Giovanni Pirri
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